VERSO IL CONGRESSO

Damiano ha un’idea: sparigliare

Debutta a Torino la Costituente delle Idee. L'ex ministro raduna i compagni di AreaDem che hanno detto no al sindaco fiorentino. Al suo fianco Chiti, Lucà e Folena. In vista dei congressi endorsement per Altamura. Mentre Fassino punta su Morri e Abbà

Uno scherzo del destino, mai come in questo caso cinico e baro. Proprio mentre a Cortona si celebra la kermesse nazionale di Area Democratica, Cesare Damiano riunisce i suoi all’Nh Santo Stefano di Torino, a due passi dalle Porte Palatine, per uscire (definitivamente?) da quella componente che lo aveva anche candidato al vertice del partito piemontese nelle primarie del 2009. Dario Franceschini e Piero Fassino, di cui l’ex ministro è antichissimo sodale, hanno scelto malinconicamente Matteo Renzi. Damiano, invece, di una cosa è certo: «Non appoggeremo il sindaco fiorentino». Oggi è il giorno della Costituente delle Idee, una piattaforma  programmatica stesa, assieme all’attuale presidente della Commissione Lavoro a Montecitorio anche da Vannino Chiti, Mimmo Lucà e Pietro Folena. L’approdo naturale sarà Gianni Cuperlo «come molti dei nostri ci chiedono» ammette Damiano? Probabile, ma per nulla scontato. Per l’endorsement ufficiale c’è ancora tempo.

 

Intanto i capataz post diessini, ma non solo, non intendono mancare: attesi all’appuntamento il deputato Andrea Giorgis e il collega collegnese Umberto D’Ottavio, il sindaco di Settimo Aldo Corgiat, la consigliera regionale Gianna Pentenero, l’assessore provinciale al Lavoro Carlo Chiama, l’ex parlamentare Giorgio Merlo, un pizzico di amarcord con l’ex capogruppo del Pci a Palazzo Lascaris Luciano Marengo. E poi pezzi di sindacato: non solo Cgil, anche Cisl e Uil. Presente col cuore seppur non fisicamente la deputata Anna Rossomando, impegnata a Roma in una riunione di Rifare l’Italia, la componente dei cosiddetti Giovani Turchi. «Quello da AreaDem non lo considero un addio. Se si tratta di una componente, come riporta il nome stesso, democratica, ammetterà che ci sia chi la pensa diversamente. Il confronto è sulle idee, mai sulle etichette o sui nomi». Le idee, una parola ricorrente in Damiano, che nel colloquio con Lo Spiffero rifugge la doppia equazione: Renzi Renzi uguale innovazione, Cuperlo uguale nostalgia: «Non è così: c’è stato un rimescolamento delle carte tale per cui rappresentano entrambi due aree del partito e due visioni contrapposte del Pd». Altro tabù da sfatare? «Beh non è vero che alle elezioni si vince solo con Renzi, ce la faremmo anche con Enrico Letta». Dunque è così: i due veri competitor in campo sono loro due? «Gianni ha sempre escluso una sua candidatura a Palazzo Chigi, lui vuole guidare il partito». Intanto da Roma la Direzione ha varato date e regole della competizione congressuale. Prima tappa i nuovi segretari provinciali da eleggere entro un mese. Qualche idea su Torino? «Non ne abbiamo ancora discusso, certo mi pare che Alessandro Altamura si stia comportando molto bene, dimostrando equilibrio e senso politico». Se non una investitura poco ci manca.

 

Ma anche sull’altra sponda dell’ex correntone fassiniano qualcosa si muove. Nell’ultima riunione il sindaco di Torino ha individuato una delegazione formata da quattro persone incaricata di gestire le trattative con i renziani dell’associazione Big Bang e con le altre componenti: si tratta dell’eminenza grigiastra Giancarlo Quagliotti, il senatore Mauro Marino (testimonianza che l’area Bindi torinese è ormai su Renzi), Rosanna Abbà (in quota La Ganga) e Fabrizio Morri. Proprio questi due sarebbero i cavalli su cui Fassino vorrebbe puntare per il provinciale: “Morri è la nostra punta di diamante – è il suo ragionamento – ma è poco conosciuto nei circoli”. E allora via libera alla Abbà?