Battaglia “nucleare” in Regione
16:39 Giovedì 18 Gennaio 2018 0A Palazzo Lascaris emergono perplessità sull'investimento da 500 milioni per il centro ricerche di Casale Monferrato. Da Fratelli d'Italia al M5s. Ma alla fine il Pd vota compatto e il provvedimento ottiene il via libera per l'aula
C’è chi ne fa una questione di metodo, chi lo considera un tema politico ancora da discutere. Fatto sta che a Palazzo Lascaris i consiglieri sono in agitazione per la partecipazione della Regione Piemonte al bando dell’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) per l’insediamento, a Casale Monferrato in accordo con altri Comuni, del Dtt, il grande laboratorio di ricerca dedicato alle tecnologie di frontiera sulla fusione nucleare. Il progetto, che verrà illustrato questa sera a Casale Monferrato durante un Consiglio comunale aperto, prevede una prima fase di costruzione dell’apparato Dtt lunga 10 anni e poi un esercizio trentennale, che comporterebbe l’investimento complessivo stimato in 500 milioni, con 1600 (di cui 600 ricercatori) nuovi posti di lavoro e un ritorno complessivo di 2 miliardi. Ma nonostante l’indubbia opportunità per il Piemonte la sola partecipazione alla selezione è bastata ad agitare vecchi e nuovi antinuclearisti di ogni provenienza. L’agitazione è partita dallo stesso Sergio Chiamparino che durante la capigruppo di martedì scorso ha annunciato la volontà (forse tardiva) di coinvolgere anche il Consiglio regionale sulla partecipazione al bando.
Il primo a scatenarsi martedì scorso è stato il consigliere del “No” Marco Grimaldi (LeU) che nei corridoi dell’assemblea regionale specificava l’inopportunità di sollevare l’argomento. Oggi, durante una seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Attività produttive (presiedute da Silvana Accossato e Raffaele Gallo) sono riemerse tutte le sfumature presenti in aula sull’argomento. A illustrare il progetto erano presenti i due assessori competenti, Giuseppina De Santis e Alberto Valmaggia, e tutta la prima fila dei dirigenti coinvolti, dalla capo gabinetto Raffaella Scalisi, al direttore Giuliana Fenu e il responsabile del settore Vincenzo Zezza.
Una schiera di tecnici non sono bastati a convincere le numerose resistenze. C’è chi, come Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) pur dichiarandosi favorevole in linea di principio, attacca sul metodo e sui tempi con cui Chiamparino ha coinvolto l’assemblea. Critiche scontate sono arrivate dai pentastellati attraverso Giorgio Bertola e Gianpaolo Andrissi. Il sostegno invece, scontato sì ma non senza richieste di approfondimenti, dalla consigliera Pd Nadia Conticelli e dal presidente della Commissione, Gallo. Poi è toccato ai consiglieri che in quell'area hanno il proprio collegio: per l’azzurro Massimo Berutti si tratta di una occasione per il territorio anche se, come il collega Ravello, critica la giunta per il modo con cui ha agito; per Valter Ottria (ex Pd ora in LeU) la critica si fa più dura pur con argomenti fragili. Chiude il consigliere Domencio Ravetti che individua il progetto come un’opportunità importante per il Casalese, invitando i politici a non esercitarsi in disquisizioni di fisica nucleare e di rimanere sul ruolo che compete un politico: attrarre gli investimenti cercando di cogliere le opportunità di crescita per una comunità. Al termine di una discussione, come sempre più spesso accade, inutile la commissione ha accordato il proprio semaforo verde. La prossima settimana sarà l’aula a esprimersi.
Plaude all'iniziativa di Chiamparino la deputata Pd Cristina Bargero, prima firmataria della risoluzione parlamentare, approvata lo scorso aprile dalla commissione Attività produttive della Camera cui è conseguito lo sblocco e l'erogazione dei fondi da parte del Governo. "Capisco che la parola nucleare spaventi i non addetti ai lavori, ma se si entra un po’ più nel dettaglio si comprende facilmente che l’energia generata è energia totalmente pulita, quindi sicura. Il Dtt è in grado di generare energia pulita dalla fusione termonucleare. In altre parole, l’infrastruttura riproduce il meccanismo fisico che alimenta le stelle: la fusione dell’elio, energia pulita. Non ci sono rischi, perché in poche parole, l’infrastruttura riprodurrà il meccanismo fisico che alimenta le stelle: la fusione dell’elio. In un Paese dove la ricerca è sempre stata bistrattata, questo è un progetto strategico per il nostro Paese e per il Piemonte, per questo mi sono battuta in Commissione"