GRANA PADANA

Lega, svolta sui migranti: imbarcato Scanderebech

Il globetrotter della politica piemontese sale sulla nave di Salvini. Dopo l'incontro con il leader al Vinitaly la decisione di sostenere Cerutti alle elezioni regionali. Strappando la candidatura per la figlia Federica alle prossime comunali di Torino

“Vediamoci”. Non era champagne perché stavano al Vinitaly, ma si brindò comunque a quell’incontro. Con l’impegno, poi mantenuto, di non far passare altrettanto tempo come da quando si erano visti la volta precedente, molti anni prima. Uno di fronte all’altro in un duello Nord contro Sud ad Iceberg, fortunata e longeva trasmissione in onda su una tivù privata.

Davanti alle telecamere di Telelombardia c’è un consigliere regionale di Forza Italia con un cognome strano che rimanda al Paese delle Aquile e una storia personale di chi sale ragazzo dalla Puglia al Nord, studia e si laurea al Politecnico di Torino, si piazza bene, ma non dimentica origini e problemi della sua terra, raccoglie un mare di voti nella città dove l’immigrazione dal Sud è stata forza lavoro e, generazione dopo generazione, resta forza elettorale. E c’è, dirimpetto di fatto e politicamente, un giovane consigliere comunale di Milano, voce di Radio Padania, e rampante ragazzo della Lega che parla ancora di terun, di Roma Ladrona, con Umberto Bossi che mitiga appena la secessiun in devoluscion.

Un bel po’ di anni dopo quel giovane lumbard che incontra Deodato Scanderebech a Verona è cresciuto e soprattutto ha fatto crescere, come nessuno avrebbe immaginato, il suo partito. Matteo Salvini si è ricordato di quel duello in televisione, forse per anche per quel cognome un po’ strano del suo avversario di allora che, da quell’incontro fortuito col bicchiere in mano, diventa un suo convinto sostenitore.

È una storia che racconta non solo l’ennesimo approdo dopo l’ennesima veleggiata dei mari della politica dell’ingegnere torinese che un bel giorno – quello in cui si candidò per la prima volta – di fronte alla difficoltà di ricordarsi e, non meno, di scrivere correttamente il suo cognome sulla scheda si inventò il normografo elettorale: una mascherina dove infilare la matita copiativa per non rischiare di perdere neppure una preferenza. Ne diventò un recordman. Un consenso a lungo coltivato portato in dote, prima di mettersi in proprio, all’allora berlusconiano Alessandro Meluzzi: un aiuto che risultò decisivo per sconfiggere Sergio Chiamparino alle politiche del ’94 nel collegio rosso di Mirafiori.

È anche la storia del cambiamento della Lega salviniana, quella che il Capitano fa sbarcare in quel Sud  tanto additato e pure spesso sbeffeggiato fino a pochi anni prima, ma che il Sud sa di trovarlo anche al Nord, dove Scanderebech lo aveva allevato e curato da anni, a Torino, soprattutto in quelle periferie dove Salvini sta rapidamente sostituendosi ai Cinquestelle, a loro volta arrivati a prendere quei voti un tempo appannaggio della sinistra.

Tutta qui la storia dei duellanti di un tempo, oggi sodali? Ce ne sarebbe d’avanzo, ma mancherebbe quel che più importa a Deodato così come a Matteo, ventidue anni di differenza, ma l’età conta poco quando le regole della politica sono sempre le stesse.

Il Capitano sa che quel formidabile collettore di voti di un tempo ha, in fondo, mantenuto la sua capacità di macinarne ancora, come ha sempre fatto passando con agilità da Forza Italia all’Udc, dai Moderati a Fini e via ancora, ma tenendo ben custodito e possibilmente ampliando il suo bacino di voti.

Il politico pirotecnico, un vanverologo di successo, che nella sua parentesi parlamentare nel finiano Futuro e Libertà, fotografato mentre schiaccia un pisolino su un divanetto in Transatlantico, verrà difeso dai colleghi (“non stava dormendo, rifletteva”), è tipo sveglio: ha capito che nonostante le promesse del Pd, né Piero FassinoMonica Canalis lasceranno lo scranno in maniera tale da riaprire le porte della Sala Rossa a sua figlia Federica, seconda dei non eletti nella lista dem. Non l’ha presa bene, ma più che rimuginare stavolta ha riflettuto davvero: meglio cambiare squadra, anche per la pargola che un giorno inciampò tra un carattere tipografico e un quotidiano citando il Times New Roman anziché il New York Times. Insomma, talis pater, talis filia.

Dalle parti della Lega, dove in fatto di eredi hanno avuto il Trota, a certe cose badano poco o comunque ci han fatto il callo. La prova di lealtà Scanderebech padre a Salvini l’ha data portando voti ad Andrea Cerutti, trentaduenne già consigliere comunale di Venaria entrato a Palazzo Lascaris con 3.369 preferenze. Nessuna pare sia stata scritta col normografo, ma Deodato dicono si sia mosso non poco per le regionali, guardando però più avanti: alle prossime comunali. Se, come si sussurra, sua figlia sarà candidata nella Lega, non si sarebbe davvero che potuto brindare all’incontro.

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