REGIONE

Sanità e assistenza, direttore unico

Assumerà anche la responsabilità del Welfare il prossimo successore di Bono alla guida di corso Regina Margherita. Avrà a che fare con due assessori: Icardi e Caucino. Il bando si chiude il 3 dicembre. Ecco i nomi dei papabili che circolano

Quello su cui si concentra, da settimane, l’attenzione maggiore e fors’anche le maggiori manovre nel totonomine dei vertici dirigenziali della Regione non sarà solo (si fa per dire) un direttore della Sanità, ma assumerà anche la competenza sul settore del Welfare. È questa la novità che emerge dall’avviso per la selezione delle dieci figure apicali della burocrazia regionale cui affidare le altrettante direzioni.

Una decisione, quella di accorpare in un suolo ruolo, le due materie segna una svolta dell’amministrazione guidata da Alberto Cirio, rispetto alla giunta di Sergio Chiamparino, ma anche un parziale ritorno al modello applicato quando alla presidenza della Regione c’era Roberto Cota.

Nei cinque anni precedenti la Sanità affidata nella giunta di centrosinistra ad Antonio Saitta aveva un direttore, anzi più di uno visto che a Fulvio Moirano era succeduto Renato Botti e a questi Danilo Bono tuttora in carica, mentre l’Assistenza era delega di Augusto Ferrari e materia in capo alla direzione retta da Gianfranco Bordone, anch’egli attualmente in quel ruolo. Due competenze per un solo assessore e un solo direttore nella precedente giunta di centrodestra: Sanità e Assistenza, nei quattro anni di presidenza Cota, erano materie delegate a Caterina Ferrero, poi sostituita da Paolo Monferino cui infine subentrò Ugo Cavallera. E proprio Monferino, l’ex top manager di Iveco chiamato da Roberto Cota in corso Regina come direttore governò tecnicamente (con Ferrero assessore) le due materie che, indiscutibilmente, hanno molti punti di contatto e in alcuni casi anche di sovrapposizione. In quel caso, tuttavia, questa contiguità venne riconosciuta con l’attribuzione delle deleghe allo stesso assessore.

Diverso con la giunta Chiamparino che, però, come si è detto separò anche le direzioni. Forse la riduzione da dodici a dieci delle direzioni, forse altre ragioni che ancora non si conoscono, sta di fatto che il bando sancisce la decisione assunta dalla giunta Cirio di attribuire al futuro direttore della Sanità guidata dal leghista Luigi Icardi anche le materie di competenza della sua collega e compagna di partito Chiara Caucino. Una scelta che se da un lato trova solide basi nella contiguità tra il servizio sanitario e la vasta area in cui si sviluppa l’assistenza, dall’altro non ha visto al contrario di quanto accadde nella giunta Cota un accorpamento anche nella distribuzione deleghe in capo allo stesso assessore. In più c’è da considerare l’ulteriore lavoro per il direttore della Sanità dovuto alla funzione di coordinamento del Piemonte in seno alla Conferenza delle Regioni, organismo in cui insieme a quello dell’assessore è importante e impegnativo anche quello del suo braccio destro e tecnico.

Proprio questo ruolo nazionale è un elemento nient’affatto trascurabile che dovrebbe guidare la scelta del successore di Bono, il quale andrà in pensione il prossimo 12 dicembre, nove giorni dopo la data ultima fissata dal bando per presentare le candidature.

“Per dirigere la Sanità piemontese vogliamo il meglio” aveva detto un mese fa il governatore, disponibile anche a rivedere al rialzo lo stipendio per quell’incarico al fine di vincere la concorrenza delle altre Regioni e, di fatto, prefigurando un’ulteriore aggiunta a quella del 20% fatta a suo tempo da Chiamparino e Saitta per assumere Botti.

Da mesi si ricorrono nomi, qualcuno è sfumato come quello del Doge della sanità veneta Domenico Mantoan piazzato da Luca Zaia alla presidenza di Aifa o quello di Thomas Schael, “il tedesco” andatoa dirigere l’Asl di Chieti, qualcun altro insieme a legittime ambizioni sparirà definitivamente di fronte alla postilla del bando in cui si precisa che è richiesta “un’età anagrafica che possa garantire un periodo di permanenza in servizio non inferiore alla durata dell’incarico”, ovvero disco rosso per chi è prossimo alla pensione o comunque la raggiungerà nei prossimi cinque anni.

Fino al 3 dicembre la casella di posta elettronica della Regione riceverà le candidature. Se arriverà anche quella di Mario Melazzini, troverebbero ulteriori conferme le voci circa uno sguardo più che attento del governatore e non solo suo verso il medico con un curriculum di tutto rispetto in cui figurano tra l’altro l’esperienza di assessore in Regione Lombardia e la direzione dell’Aifa nonché il suo impegno per i malati di Sla, patologia con cui da anni convive. Le domande, come sempre accade, non saranno poche tra dirigenti della Regione ed esterni. L’aver aggiunto il Welfare alla Sanità, potrebbe cambiare anche la valutazione dei profili e la decisione, in capo alla giunta, su chi affidare quel posto in corso Regina. Con dependance in via Bertola.

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