TRAVAGLI DEMOCRATICI

Primarie e raccolta firme, nervi tesi nel Pd di Torino

Il vicepresidente del Consiglio comunale, Lavolta, annuncia sui social la piattaforma per sottoscrivere la propria candidatura. L'altolà stizzito del segretario Carretta: "Le consultazioni sono sospese"

Sospese, congelate. Non ancora annullate ma per il momento in ghiacciaia. Le primarie non sono più sul tavolo della coalizione di centrosinistra eppure c’è chi per evitare che possano essere accantonate definitivamente si è industriato per raccogliere le firme a sostegno della propria candidatura attraverso una piattaforma online; con il risultato di far saltare sulla sedia il segretario della Federazione del Pd Mimmo Carretta il quale lo ha subito ripreso, disconoscendo il procedimento in atto. Incidenti di percorso che possono capitare quando la strada non è tracciata e l’approdo ancora ignoto.

Con un post sui social il vicepresidente del Consiglio comunale Enzo Lavolta, tra i primi ad annunciare l’intenzione di correre per la poltrona di sindaco a Torino, ha comunicato l'indirizzo internet su cui era possibile sottoscrivere la sua candidatura. “In questo periodo di emergenza sanitaria (…) dobbiamo pensare a nuovi modi per raccogliere le firme” ha premesso Lavolta che poi ha invitato i suoi sostenitori a firmare per lui su tivotiamo.it “che garantisce l’autenticità delle firme grazie alla tecnologia del blockchain”. Apriti cielo. 

Passa poco più di un’ora ed ecco la replica di Carretta il quale ribadisce che “le modalità per le sottoscrizioni delle candidature devono essere decise dal Tavolo della Coalizione”. Inoltre, prosegue il segretario in una nota congiunta scritta con il responsabile dell’Organizzazione Saverio Mazza “non è ammissibile che si raccolgano sottoscrizioni online a favore di un presunto candidato, inducendo in errore l’eventuale elettore che, fuorviato, potrebbe scambiare quella piattaforma come un sistema ufficiale approvato”. Motivo per cui “diffidiamo gli autori della piattaforma e il committente alla raccolta di dati sensibili utilizzando a tal scopo le primarie”.

Lavolta già all’inizio dell’autunno, quando lo spettro di una nuova ondata epidemica aleggiava sulle primarie, aveva proposto di celebrarle online. Una soluzione poi recepita dal segretario regionale Paolo Furia ma respinta da Carretta e dagli altri partiti della coalizione. Ora questo nuovo tentativo di sfruttare la tecnologia per tenere viva la fiammella delle consultazioni interne, proprio mentre in un’altra città che andrà al voto il prossimo anno (Bologna) sta seriamente valutando l’ipotesi di consultazioni interne da remoto per individuare il candidato sindaco del centrosinistra.  

print_icon