POLITICA & SANITA'

Direzione Sanità, Minola in pole

Sabato in giunta la nomina del successore di Aimar. Nella ristretta rosa dei papabili oltre al numero uno dell'Aou di Novara anche l'ex dg di Biella Bonelli e il mastino dei conti "il tedesco" Schael. Incarico inconferibile per il direttore di Candiolo Sottile

Prima di presenziare alla cerimonia di ostensione della Sacra Sindone, sabato pomeriggio Alberto Cirio presiederà una riunione della giunta dalla quale uscirà la fumata bianca per il nuovo direttore regionale della Sanità. A due mesi dall’annuncio delle dimissioni da parte di Fabio Aimar il cui ritorno all’Asl Cuneo1, seppure temporaneo in attesa di un incarico nella futura Azienda Zero, è previsto nei prossimi giorni, il nome del nuovo direttore è ancora tenuto rigorosamente coperto. Sempreché il governatore e il suo assessore alla Sanità Luigi Icardi lo abbiano già deciso. 

Se la convocazione della giunta farebbe propendere per questa ipotesi, non è affatto escluso che i prossimi due o tre giorni servano per scegliere all’interno di una rosa che sarebbe ormai ristretta a pochissimi aspiranti al posto di comando di corso Regina Margherita. Dall’elenco di 17 candidati, portato in giunta dal presidente un po’ di giorni fa, sarebbero oggetto di approfondita valutazione, come si dice sempre in queste circostanze, tre manager. Nell’ordine che indicherebbe, ad oggi, le probabilità di nomina ci sarebbero Mario MinolaGianni Bonelli e Thomas Schael.

Il primo, 63 anni, specialista di malattie infettive, attualmente dirige l’Azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità di Novara, città nella quale lavora senza interruzione dalla fine degli anni Ottanta e dove ha guidato sia l’Asl, sia l’Aou come direttore e come commissario. Minola è uno dei direttori professionalmente più longevi del sistema sanitario piemontese, avendo attraversato sempre con incarichi apicali amministrazioni regionali di centrodestra e centrosinistra, senza incorrere in spoil system. Uomo di esperienza dirigenziale e consumate doti di mediazione, Minola a maggio dovrebbe comunque lasciare il vertice dell’azienda ospedaliera per raggiunto limite di mandati. Di lui, molto apprezzato dal sindaco di Novara, il leghista Alessandro Canelli, si è spesso parlato come del futuro direttore generale dell’Asl novarese al posto dell’attuale, Arabella Fontana, nonostante i palesi tentativi di quest’ultima per conservare il posto, financo far entrare il parlamentare leghista Alberto Gusmeroli nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Borgomanero con tanto di selfie del deputato accanto ai pazienti Covid. Esperienza, conoscenza del sistema sanitario regionale, propensione al dialogo, sono tra le qualità che portano quella di Minola ad apparire come la figura più vicina a una nomina, senza scossoni e lontana da polemiche.

Sarebbe invece un ritorno in Piemonte, non a tutti gradito, quello di Bonelli, attuale direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale lombarda dei Sette Laghi. Dato molto vicino alla Lega di Giancarlo Giorgetti, nel cui feudo elettorale di Varese opera il manager, Bonelli era andato oltre Ticino all’inizio del 2018 dopo aver lasciato la direzione generale dell’Asl di Biella dove incappò in una complicata vicenda giudiziaria legata a presunti intralci di indagini su un reparto dell’ospedale. Una storia che potrebbe che, soprattutto nel Biellese, potrebbe alimentare più di una perplessità se non peggio rispetto a un’eventuale designazione del manager, in passato anche al vertice dell’Asl Cuneo1.

Del terzo papabile, “il tedesco” Schael si era parlato già quando Danilo Bono aveva lasciato la direzione regionale e l’emergenza non era quella della pandemia, bensì quella dei conti in rosso delle Asl. E Schaell, un mastino dei conti aveva ben mostrato di esserlo quando un po’ di anni fa, con il Piemonte in piano di rientro, venne mandato dall’allora direttore dell’Agenas Fulvio Moirano “in aiuto” (ma non di meno per controllare) all’apparato di corso Regina. Rispetto a quando la scelta, fortissimamente voluta da Icardi, cadde di Aimar questa volta per “il tedesco” le chance sarebbero maggiori. Gradito al centrodestra, in particolare a Forza Italia, amato od odiato senza mezze misure da chi si trova a lavorare con lui e con i suoi modi teutonici, l’attuale direttore generale dell’Asl di Chieti è pronto a partire a gambe levate per il Piemonte, dove ha casa e ha deciso da tempo di vivere con la moglie, l’attrice Caterina Vertova, e con i figli. L’ingegnere laureato ad Aquisgrana diventato in pochi anni uno dei nomi di maggior peso tra i manager della sanità italiana, con incarichi da Bolzano a Napoli sempre con lo stesso rigore, avrebbe esternato al momento della risposta al bando il suo desiderio di lavorare in Piemonte e, quindi, di fatto escludendo il rischio di ritrovarsi per l’ennesima volta un manager di passaggio, parcheggiato in corso Regina in attesa di migliori destinazioni.

Intanto appare pressoché certo che non sarà la poltrona lasciata da Aimar la nuova destinazione di Antonino Sottile, l’attuale direttore generale dell’Istituto Tumori di Candiolo. Il medico manager voluto da Andrea Agnelli al vertice dell’istituto e sul quale Cirio aveva concentrato la sua attenzione, ad un vaglio attento da parte degli uffici regionali non risulterebbe nelle condizioni di poter essere nominato. Come anticipato dallo Spiffero il suo ruolo nella fondazione di Candiolo, finanziata dalla Regione di cui due rappresentanti siedono con lo stesso Sottile nel cda, pone l’incarico di direttore regionale come inconferibile. Accantonata forzatamente quella che era parsa come la prima scelta, Cirio adesso ha in mano tre carte (salvo sorprese). E non è detto che non abbia già deciso quale mettere sul tavolo sabato pomeriggio.

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