LA SACRA RUOTA

Stellantis, buio su Torino

Presentato l'ambizioso piano decennale. L'ad Tavares vola alto, delinea un futuro radioso per il gruppo nella transizione verso l'elettrico, titilla gli investitori con ricavi stellari. Però non dice una parola su Mirafiori e gli altri impianti piemontesi

“Dare Forward”, certo ma per Torino Stellantis osa assai poco. Anzi, tace del tutto. “Stiamo espandendo la nostra visione, superando i limiti e abbracciando una nuova mentalità, che cerca di trasformare tutti gli aspetti della mobilità per il miglioramento delle nostre famiglie, delle comunità e delle società in cui operiamo”: questa la filosofia del piano strategico per il prossimo decennio della multinazionale illustrato oggi ad Amsterdam da Carlos Tavares. “Grazie alla diversità che ci alimenta, Stellantis guida il modo in cui il mondo si muove fornendo soluzioni di mobilità innovative, pulite, sicure ed economicamente accessibili”.

Il gruppo punta a raddoppiare i ricavi a 300 miliardi di euro nel 2030, vendendo per quella data il 100% di auto elettriche in Europa e il 50% negli Usa, e lanciando oltre 100 modelli nel periodo. Questi gli obiettivi del piano indicati dal ceo. “È un piano molto sfidante e ambizioso ci saranno ostacoli lungo la strada ma noi ci adatteremo e spingeremo avanti. I tempi ci chiedono un cambiamento di mentalità, bisogna spingerci il più possibile nel futuro”. Stellantis intende aumentare i ricavi da 152 miliardi nel 2021 a 300 nel 2030, passando per le tappe intermedie di 200 miliardi nel 2024 e 250 nel 2027.

La spinta sull’elettrico comporterà un portafoglio di 75 modelli “Bev” e la previsione di vendita annua globale di cinque milioni di veicoli elettrici entro il 2030. Attualmente il gruppo ha un portafoglio di 19 modelli e vende 200 mila auto elettriche. Non solo, attacca Tavares, “Stellantis sarà il campione del settore nella mitigazione del cambiamento climatico, raggiungendo le zero emissioni di carbonio entro il 2038, con una riduzione del 50% entro il 2030, una sfida audace. Assumere un ruolo di leadership nella decarbonizzazione, così come un decisivo passo avanti nell’economia circolare, è il nostro contributo per un futuro sostenibile”. Il gruppo punterà inoltre sui segmenti lusso (Maserati) e premium (Alfa Romeo, Ds e Lancia), con ricavi che saliranno entro il 2030 dal 4% all’11% del totale, con un aumento di quattro volte mentre l’utile operativo adjusted salirà di cinque volte. Sui veicoli commerciali Stellantis intende conseguire la leadership con 26 nuovi lanci e offerte elettriche in tutti i segmenti.

Molto chiaro Tavares sul tema di possibili ripercussioni sugli impianti produttivi. “Il futuro degli stabilimenti Stellantis, non solo in Italia, ma anche negli altri paesi europei – ha detto rispondendo a una domanda – dipende da che dimensioni avrà il mercato dell’auto. Noi abbiamo i marchi e gli investimenti per proteggere la nostra quota di mercato, siamo in una posizione offensiva, ma il problema è nelle dimensioni del mercato, che in Europa dipende dalle costrizioni nell’uso dell'auto, quindi la domanda è da porre ai politici”. La trasformazione verso l’elettrico, ha aggiunto, “sarà divertente ed eccitante, andremo verso una nuova mobilità. Il punto è che se gli europei non possono usare le loro auto questo avrà un impatto sul mercato. Prima era di 18 milioni di auto, ora è di 15 milioni. Se il mercato scende non è un problema per Stellantis ma per l’intera industria e per l’Europa, che ha bisogno di un forte settore dell’auto”.

I sindacati sono piuttosto guardinghi e sottolineano il silenzio sul destino degli impianti presenti nel capoluogo piemontese: “Purtroppo non ci sono novità per Torino e per Mirafiori quindi la situazione di incertezza continuerà̀ e con l’incertezza andrà avanti l’uso degli ammortizzatori sociali – commenta Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese –. Avremmo voluto che l’ad dicesse che a Mirafiori erano destinati nuovi modelli in grado di garantire volumi produttivi per rilanciare davvero l’impianto che rimane il più grande di Europa. Adesso diventa fondamentale l’incontro che avremo con il governo il 10 marzo al ministero dello sviluppo economico perché in quella sede è necessario trovare una strada che consenta di avere un piano generale per il rilancio dell’intero settore automotive e della sua conversione all’elettrico anche con investimenti pubblici”.

Luci e ancora molte ombre anche nelle parole di Davide Provenzano della Fim Cisl: “Tavares oggi ha delineato uno scenario futuro illustrando la visione aziendale. Occorre però capire come questo piano sarà declinato nel nostro territorio. Rimangono aperte partite importanti quali il rafforzamento della Carrozzeria di Mirafiori, le Meccaniche, la Teksid di Carmagnola e Comau. I prossimi tavoli regionale il 4 marzo e al Mise il 10 marzo, serviranno a comprendere meglio come tradurre su Torino gli annunci odierni”.

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