AI FERRI CORTI

"Conte al solito chiagne e fotte",
Laus attacca sul salario minimo

Quelle del capo M5s sono "lacrime di coccodrillo" perché mentre si era un passo dall'approvazione del provvedimento fece cadere il governo "e ci fece fessi". Da fiero oppositore dei grillini il senatore torinese, dopo la rottura in Sicilia si toglie qualche macigno dalle scarpe

Si fa presto a dire salario minimo. “Ve lo ricordate quando Conte prometteva d’incatenarsi davanti al parlamento se non fosse stata approvata la legge sul salario minimo?”, si chiede il senatore del Pd, Mauro Laus, in una nota in cui ricorda che il leader del M5s “scelse la libertà, la libertà di farci fessi”, ossia di far cadere il governo, proprio quando “eravamo a un passo dalla meta”. Secondo il parlamentare del Pd, autore di una proposta di legge proprio sul compenso minimo, quelle di Conte sono delle vere e proprie “lacrime di coccodrillo”, come spiega anche allo Spiffero nel corso di un colloquio.

“Il giorno dopo che Conte ha minacciato di incatenarsi se non si fosse votato il provvedimento in commissione Lavoro, io e la collega Fedeli, abbiamo abbandonato la commissione perché ritenevamo scorretto che Conte dicesse ai media che il salario minimo era bloccato, dal momento che la commissione è presieduta proprio da un esponente del M5s”. L’ex premier, quindi, stando a quanto dichiara Laus, poteva far mettere ai voti il suo disegno di legge e anche gli altri. “Perché non lo ha fatto?”. La risposta è semplice: “Perché i grillini volevano fare solo campagna elettorale”, attacca Laus, convinto che, se Conte fosse stato davvero interessato a portarlo a casa, lo avrebbe benissimo potuto fare.

“Solo noi del Pd abbiamo parlato fin dall’inizio della legislatura di salario. Conte, invece, durante il governo gialloverde – ricorda Laus – ha stipulato un vero e proprio contratto dove, all’epoca, inserì il reddito di cittadinanza ma non il salario minimo. Fu proprio quel Governo a bocciare i miei emendamenti per introdurre nel nostro ordinamento una prima forma di salario minimo. Le lacrime di coccodrillo hanno inondato mesi e mesi di legislatura durante i quali le votazioni sui vari disegni di legge in materia sono rimaste inchiodate”. Il giudizio nei confronti dell’avvocato di Volturara Appula è durissimo: “Fosse dipeso da me, non avrei mai fatto un’alleanza con i Cinquestelle perché considero il presidente Conte totalmente inaffidabile. Tutti possono cambiare politica però Conte non è più credibile...”. E, a riprova di questo, c'è la scelta del M5s di togliere il sostegno all’eurodeputata Pd, Caterina Chinnici, come candidata presidente della Regione Sicilia. I pentastellati che, schierando il sottosegretario all’Istruzione Barbara Florida, avevano perso la sfida delle primarie di coalizione, ora si presentano alla contesa politica guidati da Nuccio Di Paola, il referente regionale del Movimento.

“La verità è che i Cinquestelle, dalla Tav alle Regionali in Sicilia, cambiano idea in una maniera impressionante”, incalza Laus che chiosa: “Gli unici che non possono parlare di salario minimo sono proprio i grillini perché, se non fosse caduto il governo, lo avremmo approvato. Col ministro Orlando c'eravamo vicinissimi...”. Conte, ancora una volta, “chiagne e fotte...”.

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