CAPITALISMO MUNICIPALE

Dal fronte del porto all'Iren.
Bucci prepara il dopo Armani

In Terna (se Donnarumma andrà in Enel) o alla guida di un fondo, l'attuale ad pare destinato a lasciare la multiutility. Al suo posto il sindaco di Genova lancia il presidente dell'Autorità Portuale Signorini. Nessuna possibilità per Dal Fabbro

Potrebbe mollare con un anno di anticipo gli ormeggi dall’Autorità Portuale del Mar Ligure Occidentale l’attuale presidente Paolo Emilio Signorini e, con il vento in poppa soffiato con decisione dal sindaco di Genova Marco Bucci, approdare alla plancia di comando di Iren, in quel ruolo di amministratore delegato oggi di Gianni Vittorio Armani.

Il valzer delle nomine delle grandi partecipate è atteso in primavera, ma i carnet per le oltre 500 poltrone in ballo si vanno già riempiendo e proprio da come andranno le cose in alcune di esse dipenderà il concretizzarsi di quello che oggi appare già più di un semplice rumors nelle stanze di Palazzo San Giorgio (storica sede dell’Authority con competenza sui porti di Genova e Savona) così come in quelle del quartier generale del colosso dell’energia che ha nei Comuni di TorinoReggio Emilia e Genova i suoi grandi soci istituzionali. Proprio a Palazzo Tursi, sede del Comune guidato per il secondo mandato da Bucci, che in base ai patti di sindacato esprime l’amministratore delegato di Iren. E lì Signorini, nominato la prima volta nel 2016 al vertice dell’Autorità Portuale dove si trasferì facendo pochi passi dalla sede della Regione Liguria, chiamato da Giovanni Toti quale segretario generale appena un anno prima, ha nel sindaco un potente e, a quanto risulta, convinto sostenitore.

Non è un mistero che Armani, manager di lungo corso arrivato dopo aver guidato per tre anni Anas, sia parecchio corteggiato e abbia sempre considerato l’approdo in Iren come un passaggio verso altri incarichi. Inoltre, l’arrivo di Luca Dal Fabbro, un presidente che rivendica ruoli operativi e spesso si lancia in incursioni su terreni di competenza dell’ad, ha reso la coabitazione complicata. Sarà Terna l’approdo di Armani? Prevedendo (e prevenendo) il solito comunicato di smentita della società che parlerà di vertici concentrati a realizzare i piani aziendali, informiamo che una fonte di governo che ha voce in capitolo nomine da noi consultata conferma: il nome dell’ingegnere è nella rosa per Terna (ma non solo). Certo, tutto dipende se Stefano Donnarumma, voluto in Terna dal primo governo di Giuseppe Conte, ma che ha poi conquistato la stima di Giorgia Meloni, sarà il successore di Francesco Starace a capo dell’Enel (che ancora ieri ha detto di essere disponibile a un rinnovo del mandato).

Tuttavia, anche nel caso questo domino non portasse Armani in Terna, ambienti finanziari riferiscono di pressanti (e allettanti) offerte giuntegli negli ultimi mesi. Grandi investitor istituzionali? Fondi? Multinazionali della logistica e delle infrastrutture? Chissà, intanto tutti concordano sulla sua prossima uscita.

Da qui il viatico che Bucci avrebbe pronto per Signorini, classe 1963, alto dirigente con un curriculum fitto di incarichi importanti nell’alta burocrazia ministeriale e in unità di missione a Palazzo Chigi, prevalentemente nel settore delle infrastrutture, ma anche ruoli a inizio carriera in Bankitalia e ancor prima alla Cassa di Risparmio di Firenze. Ma l’avventura genovese dell’attuale presidente dell’Autorità Portuale incomincia con la chiamata da parte di Toti che lo vuole segretario generale della Regione. In quel posto non resta molto, il 2 dicembre del 2016 negli ultimi giorni del Governo di Matteo Renzi viene nominato a capo dell’Authority. Un centrista con buoni rapporti con l’area cattolica del centrosinistra, presente al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, Signorini fa breccia nel sindaco di centrodestra Bucci. Meno, a quanto si racconta all’ombra della Lanterna, con un altro genovese, il sottosegretario alle Infrastrutture il leghista Edoardo Rixi, l’uomo sul fronte dei porti nel partito di Matteo Salvini che non si straccerebbe certo le vesti nel caso di un trasloco anticipato di Signorini da Palazzo San Giorgio, lasciando disponibile un’ambìta poltrona.

Quella su cui potrebbe accomodarsi nel giro di qualche mese non è un mistero interessi allo stesso presidente di Iren e, a quanto risulta, Del Fabbro avrebbe sondato proprio il sindaco di Genova per verificare un suo eventuale sostegno ricevendo, tuttavia, una chiara indicazione negativa. Non sfugge che se questo schema si realizzasse, Bucci, unico primo di cittadino di centrodestra nel terzetto con Stefano Lo Russo Luca Vecchi, vedrebbe l’attuale presidente indicato da Torino diventare ceo e restare a Lo Russo la scelta del futuro presidente. Eventualità, comunque, decisamente esclusa. L’inquilino di Palazzo Tursi cui si deve l’indicazione di Armani quale ceo nel maggio del 2021, la scelta per il successore pare l’abbia già fatta, guardando al fronte del porto.