TERZO POL(L)O

Calenda perde la testa (del Piemonte)
Susta lascia la segreteria di Azione

Mentre Renzi continua a fare scouting nel partito un tempo alleato, l'ex senatore montiano abbandona il suo incarico ma resta nei ranghi. "Rimango un sostenitore dell'alleanza liberaldemocratica in dissenso dal mio segretario"

È durata poco più di un anno la segreteria di Gianluca Susta al vertice di Azione in Piemonte. Oggi l’ex eurodeputato e senatore ha annunciato l’intenzione di lasciare l’incarico, aggiungendo il suo nome alla lunga sfilza di defezioni che il partito di Carlo Calenda sta subendo da quando è abortito il progetto del Terzo Polo. Ormai è uno stillicidio: ieri è stata la volta di Giulia Pigoni, ex numero uno dell’Emilia-Romagna e della deputata bolognese Naike Gruppioni, passate armi e bagagli alla corte di Matteo Renzi. Poche ore dopo è arrivato anche l’addio di Franco Baccani: “Solo Italia Viva vuole il polo liberaldemocratico” ha detto. Susta, però, non lascerà il partito, del quale “continuo a condividere gli ideali pur essendo in dissenso dalla linea politica nazionale che considera chiusa ogni possibilità di tenere unita la famiglia liberaldemocratica”. Per questo, conclude, in un breve colloquio con lo Spiffero “non posso essere io il fedele interprete di una linea politica che parte da una rottura non ricomponibile. Io la penso diversamente”. Allo stesso tempo, però, lancia una frecciatina anche contro Renzi il cui “scouting certo non aiuta il processo di unità”.

Sessantasette anni appena compiuti, una lunga storia politica dalla Democrazia Cristiana al Pd  passando per il Partito popolare e la Margherita. Sindaco di Biella, senatore ed europarlamentare, vicepresidente della Regione con Mercedes Bresso. È stato rutelliano e poi montiano forse calendiano mai anche quando è diventato il suo luogotenente in Piemonte. Il malumore di Susta si era già manifestato all’indomani della rottura tra Azione e Italia Viva attraverso un documento sottoscritto da tutti i segretari provinciali in cui si chiedeva a Calenda di ripensarci e di perseguire la strada della federazione con i renziani. Rimase lettera morta e nei giorni successivi il primo a lasciare è stato il vice di Susta, Matteo Maino che lo scorso 20 aprile ha annunciato il suo passaggio in Italia Viva. Altri lo hanno seguito nei giorni successivi, in Piemonte e nel resto d’Italia, mentre il leader del partito continuava a lanciare i suoi strali contro Renzi che per tutta risposta lo irride sul Riformista. “Ottima scelta di Azione che annuncia l’avvio di una scuola di formazione politica. Primo iscritto: Carlo Calenda”. Prendi e porta a casa. Il tutto mentre alle amministrative dei due partiti si perdono le tracce.   

È forse il momento più difficile per Azione che oltre ai dirigenti rischia di perdere anche buona parte dei suoi iscritti. Voci interne al partito parlano di una decisa contrazione rispetto all’anno scorso quando in Piemonte le tessere erano 1.800: di questi al momento solo 600 avrebbero rinnovato, praticamente uno su tre. Dopo i ballottaggi sarà convocata l’assemblea regionale e quello sarà il momento in cui verrà eletto il successore di Susta, “il fedele interprete” di una linea politica che in tanti non comprendono.

Intanto, per un segretario che va uno ne arriva: ieri la direzione nazionale di Più Europa – altro potenziale inquilino della casa liberaldemocratica – ha nominato Flavio Martino coordinatore commissariale del partito in Piemonte. Martino, 62 anni, cuneese, è giornalista, sommelier e membro dell’assemblea nazionale del partito. Guiderà il movimento fondato da Emma Bonino fino alle prossime elezioni regionali.