TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, si sgonfia la bolla Schlein. Solo il 14% è entusiasta di Elly

Appena una risicata minoranza ritiene la segretaria la figura giusta per riportare il partito al Governo. Elettori divisi sulla linea di sinistra-sinistra e quella che mira a tornare alla guida del Paese. Dal Nord muro all'alleanza con i Cinquestelle

Non saranno proprio dei panda, ma gli elettori del Pd graniticamente convinti che Elly Schlein sia la guida giusta per riportare il partito al governo, passando per la prova del fuoco delle elezioni europee (ed alcune regionali) non sono quel che si dice una stragrande maggioranza. Dal sondaggio pubblicato da Libero emerge come solo il 14% degli elettori sia davvero certo che la scelta fatta nei gazebo, a dispetto di quanto avevano deciso gli iscritti indicando alla guida del Nazareno Stefano Bonaccini, pagherà raggiungendo il risultato sperato alle prossime consultazioni politiche. Fiducioso, ma senza entusiasmo e con qualche perplessità, un ulteriore 44% , mentre poco meno della metà non nasconde forti dubbi e timori sulla possibilità che la nuova segretaria sia la leader giusta per passare dall’opposizione movimentista e militante a una convincente proposta di governo del Paese.

Un dato che seppur allarmante per i dem, non può stupire più di tanto proprio considerando il modo in cui Schlein è approdata, senza che la vedessero arrivare, al vertice del partito. L’indicazione di Bonaccini da parte degli iscritti, ribaltata alle primarie dove hanno votato anche elettori di altri partiti, in primis Cinquestelle, sembra consumare proprio in questo come in altri sondaggi una prevedibile vendetta. Insomma, se il campione della rilevazione ha intercettato l’elettorato dem e, in parte non irrilevante, gli stessi iscritti è facile spiegare come nonostante le battaglie identitarie (o forse proprio per aver ristretto a queste l’agenda politica), Elly non riesca ancora a convincere del tutto per quanto riguarda la possibilità di passare dalla lotta al governo.

E proprio la linea della segretaria è ulteriore oggetto di rilevazione. Meglio stare su posizioni dure all’opposizione su posizioni di sinistra-sinistra, oppure incominciare a costruire alleanze e ammorbidire i toni in vista di una pur ancor lontana marcia verso il governo del Paese? Qui gli elettori si dividono, praticamente, a metà. Per il 46% degli intervistati, la segretaria deve continuare a fare opposizione dura senza ammorbidimenti e in questa fetta di elettori emergono con forza soprattutto i più giovani e in una collocazione geografica che vede prevalente il Centro-Sud.

Quadro differente e a tinte più fosche per la segretaria salendo verso Nord. Nella fascia tra i 40 e i 60 anni, con un livello di istruzione medio-alto, dalle regioni con il Pil più alto arriva un segnale inequivocabile per il vertice del Nazareno che va nella direzione di una politica che miri a tornare ad essere maggioranza e riprendere il governo. È, questa, la parte del Pd più fredda rispetto alle battaglie sui diritti civili e di genere, ma decisamente più orientata a chiedere un’agenda concreta su temi economici e sociali, soprattutto a costruire una forza politica di governo che sappia garantire stabilità. E questa è la stessa parte del Pd che guarda con contrarietà all’alleanza con i Cinquestelle, preferendo aperture verso forze politiche come AzioneItalia Viva +Europa.

È un sondaggio e come tale va preso, con i limiti e le riserve del caso, ma il quadro che ne emerge non fa altro che riconfermare ciò che nasce proprio dall’anomalia dell’esito del congresso e di cui non ci sono ancora segnali concreti di un superamento. 

print_icon