VERSO IL VOTO

Azione pronta a sostenere Cirio, dissidenti preparano la trincea

Mentre il Pd perde tempo con il M5s, i centristi si accasano nella coalizione del governatore, ma nel partito di Calenda c'è chi dice no. "A Biella centrodestra vuol dire Delmastro". Quattro ex segretari provinciali guardano a sinistra e minacciano la rottura

“Quindi è ufficiale?”. Su alcune chat di Azione la domanda circola da quando il presidente del partito piemontese Osvaldo Napoli si è espresso pubblicamente riguardo la ricandidatura di Alberto Cirio, auspicando una veloce investitura del governatore uscente da parte del centrodestra e considerando “imbarazzante” una situazione in cui il bis resta sub iudice in attesa della composizione del quadro nazionale (e soprattutto che si sciolga il nodo Solinas in Sardegna). “Se addirittura auspichiamo la sua incoronazione vuol dire che abbiamo già scelto da che parte stare, peccato che nessuno ce l’abbia comunicato” è la deduzione all’interno del partito di Carlo Calenda, che resta diviso in due in vista delle regionali piemontesi.

Il commissario Enrico Costa ha tracciato un percorso che porta direttamente a Cirio e il presidente della provincia di Cuneo Luca Robaldo (che amministra la Granda con l’appoggio del Pd) sta lavorando da settimane alla lista civica del presidente. Robaldo è stato capo della segreteria di Cirio ma è anche organico ad Azione e rappresenta la longa manus di Costa nel Cuneese.  Insomma, nel feudo di Cirio i seguaci di Calenda hanno già scelto con chi stare e lo dimostra anche la discesa in campo del sindaco di Busca Marco Gallo, che è già partito con la prima carrellata di manifesti.

Nel resto della Regione? La situazione resta in stand-by, la ex coordinatrice di Torino Cristina Peddis (i ruoli provinciali sono decaduti con la nomina del commissario, avvenuta dopo le dimissioni del segretario regionale Gianluca Susta) guida la resistenza, ma in casa deve vedersela col sodalizio formato da Napoli e dalla deputata Daniela Ruffino, che si sono già allineati a Costa, il quale a sua volta ha ottenuto da Calenda carta bianca sul dossier Piemonte. Oltre a Torino, le province dissidenti sono quelle di Novara, Biella e Verbania: gli ex segretari si sono dati appuntamento alle 12 di mercoledì per decidere il da farsi. I biellesi sono mesi che ripetono la stessa frase: “Non ci chiedano di fare campagna per Andrea Delmastro e i suoi amici. Sappiamo chi sono e non staremo mai dalla loro parte”. A Novara e Verbania lo spauracchio è la Lega di Massimo Giordano e Alberto Preioni. Ma come uscirne?

C’è ancora chi spera segretamente che salti la candidatura di Cirio per rimescolare le carte, magari con una candidatura autonoma a destra e sinistra, rispolverando un terzo polo in salsa piemontese (a oggi sembra fantapolitica). Altri guardano verso il Pd, dove però un candidato ancora non c’è e tutti gli sforzi sono rivolti a trovare un accordo col Movimento 5 stelle. E così i “dissidenti” si ritrovano a vagabondare nella terra di mezzo, senza sapere che fare e dove andare. Ciò che appare certo è che anche questa volta Azione si presenterà all’appuntamento elettorale senza il proprio simbolo, proprio come avvenne a Torino nel 2021 quando alcuni suoi candidati (prima fra tutti proprio la Peddis, che poi è stata ripagata con una nomina in qualche partecipata comunale) trovarono ospitalità nella lista civica di Stefano Lo Russo, mentre altri scelsero il centrodestra (e per questo furono accompagnati alla porta). Ora le parti sembrano invertite.

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