TRAVAGLI DEMOCRATICI

Pd, la strategia non è Chiara. Gribaudo pronta alla ritirata

Ora è evidente a tutti che il M5s non la vuole e lei non sa come uscirne. "Faccio un passo indietro di fronte a una figura che allarghi, ma posso anche correre alle primarie". Poche idee e in compenso confuse in un profluvio di dichiarazioni contrastanti

Chiara di nome, un po’ meno di fatto. In un profluvio di dichiarazioni durato 48 ore in pochi hanno capito cos’abbia davvero in testa la deputata dem Chiara Gribaudo riguardo la sua ipotetica candidatura alle prossime elezioni regionali in Piemonte. “Sulla candidatura resto nelle mani della mia comunità politica, posso fare un passo indietro per una figura che apra il perimetro dell’alleanza” ha detto poche ore fa. Ma non doveva essere lei ad allargare la coalizione in virtù dei (presunti) migliori rapporti con il Movimento 5 stelle? Non è per questo che a ottobre ha annunciato la sua “disponibilità” a guidare un ampio fronte contro Alberto Cirio?

Solo pochi giorni fa aveva ribadito pubblicamente di essere più che mai in campo, salvo poi subire la reprimenda della capogruppo pentastellata Sarah Disabato, che ha definito le sue dichiarazioni una “inopportuna fuga in avanti”. Nelle parole pronunciate oggi Gribaudo dice che “vanno bene pure gli strumenti che estendono la partecipazione, come le primarie. Per quel che mi riguarda sono disponibile a qualsiasi soluzione”. Ma allora perché non farle a dicembre, secondo la road map stabilita dal segretario regionale Mimmo Rossi, poi stoppato da Elly Schlein? Sarebbe stato il modo per consentire al vincitore di trattare direttamente con gli altri partiti della coalizione, evitando l’inutile messinscena di questi giorni con le delegazioni di Pd e Cinquestelle che s’incontrano per rinfacciarsi il passato, mentre preparano le rispettive corse in solitaria. Il secondo vertice tra le delegazioni dei due partiti è in programma il prossimo e le premesse sono pessime.

E dire che la strada era tracciata, un percorso lineare con step ben definiti per arrivare entro la fine dell’anno (scorso) a un candidato. Si erano organizzati per tempo nel Pd piemontese, ben sapendo che il terreno da recuperare nei confronti di Alberto Cirio era tanto e che per costruire una coalizione, al di là dei soliti appelli ai programmi, era necessario avere un punto di riferimento riconosciuto e riconoscibile. Insomma, un candidato. Per questo il segretario Rossi  aveva indicato nel 17 dicembre la data per le primarie in vista delle regionali di giugno. Anche il dialogo con il Movimento 5 stelle era iniziato, c’era stato un incontro tra lo stesso Rossi e Appendino, una discussione che “prescinde dai nomi” aveva chiarito proprio l’ex sindaca in quel faccia a faccia, avvenuto prima della pausa estiva, tanto per mettere le cose in chiaro. Trattativa in salita, ma nessun pregiudizio.

Fino a quel momento l’unico candidato era il vicepresidente del Consiglio regionale  Daniele Valle, ma poi qualcosa si è mosso. A ottobre, da Cuneo, è arrivata la “disponibilità” di Gribaudo, che quasi un anno prima (era il dicembre 2022) in un incontro a Saluzzo aveva chiuso l’accordo con Valle: tu mi sostieni alle Europee, io ti appoggio alle Regionali. Non erano soli, con loro il futuro segretario regionale del partito, Rossi, e quello di Cuneo Mauro Calderoni. La mancanza di spazio nella corsa per Bruxelles (la sempre più probabile capolistatura di Schlein, il ritorno in campo di una evergreen come Patrizia Toia, il ligure Brando Benifei, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori) l’hanno portata a dirottare i suoi interessi verso Torino, convinta di poter competere con Cirio, grazie anche a un accordo con i Cinquestelle. Ora che questo è venuto meno (curioso che la capogruppo M5s di Palazzo Lascaris sia intervenuta nel dibattito due volte per attaccare direttamente Gribaudo e mai Valle) pare sia tornata a rivolgere il suo sguardo a Bruxelles.  

Anche tra chi l’ha sostenuta, in nome della comune appartenenza alla cordata Schlein è da un po’ che sbuffa. “Ci vorrebbe un po’ di politica, intesa come capacità di mettere insieme i pezzi” dice un’autorevole esponente dell’area Schlein in Piemonte. Al Nazareno raccontano che “sta trattando un posto per le Europee” a Torino nel giro di 48 ore prima ha ribadito la sua intenzione di restare in campo e ora preconizza un passo indietro. Il tutto mentre da ieri circolano vorticose notizie riguardo a (im)probabili candidati M5s per la Regione – tra cui Appendino e l’ex magistrato Livio Pepino – che secondo i grillini “non stanno né in cielo e né in terra, sono state messe in giro ad arte da ambienti della sinistra Pd”. Da Roma intanto nessuna notizia.

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