LA SACRA FAMIGLIA

Agnelli, assalto alla cassaforte. Elkann potrebbe perdere il 43% 

L'offensiva giudiziaria di Margherita è a uno snodo insidioso per il rampollo dell'Avvocato. La madre ha trovato un alleato insperato: lo Stato italiano (e il fisco). Ecco tutti gli atti che potrebbero rivoluzionare l'assetto della Dicembre. E aprire nuovi contenziosi

Alla fine della querelle giudiziaria John Elkann potrebbe ritrovarsi sua madre, Margherita Agnelli oggi de Pahlen, socio “pesante” della Dicembre. E, addirittura, essere costretto a farsi carico delle quote dell’eredità attualmente in capo a fratello e sorella, Lapo e Ginevra, che verrebbero d’un colpo annullate. Eventualità al momento ipotetica, ma secondo giuristi ed esperti di diritto successorio nient’affatto inverosimile, che sebbene non altererebbe la catena di controllo dell’impero finanziario e industriale provocherebbe uno sconquasso non da poco negli equilibri interni alla Famiglia, aprendo il varco a nuovi contenziosi tra eredi e a un riassetto della distribuzione patrimoniale.

In ogni caso, il ridisegno dell’assetto proprietario della holding è una delle conseguenze più insidiose per il presidente di Stellantis che l’intelligente strategia del team legale di Margherita, capitanato dall’avvocato milanese Dario Trevisan, potrebbe conseguire al termine della guerra di carte bollate. Il legale milanese, storico rappresentante dei fondi internazionali, ha ottenuti indubbi risultati: il Tribunale di Torino e la Cassazione hanno riconosciuto che sussiste la giurisdizione italiana e non vi è litispendenza internazionale in relazione alle cause promosse in Svizzera. Inoltre, è stato abile e scaltro nell’individuare lo Stato italiano quale potente alleato: è ora interesse delle autorità nazionali e del fisco accertare la veridicità della residenza di Marella Agnelli e, non ultimo, accertare l’esistenza di patrimoni esteri in capo alla moglie di Gianni Agnelli eventualmente sottratti dall’asse ereditario. Un’azione che inevitabilmente porta alla necessità di far chiarezza sulle vicende relative alla società semplice Dicembre, come dimostra il braccio di ferro in corso sula documentazione sequestrata.

Da una stima predisposta per conto di Margherita e datata 2 marzo 2022 da Fabrizio Redaelli, commercialista milanese e docente allo Sda Bocconi, la cassaforte di famiglia – costituita dalla catena Dicembre-Giovanni Agnelli Bv-Exor – al momento della morte di Marella valeva oltre 4,6 miliardi di euro. Ad oggi il capitale sociale della Dicembre è ripartito tra i tre fratelli Elkann: 60% a John e con il 20% ciascuno Lapo e Ginevra. Quali potrebbero essere, dunque, l’impatto sull’assetto proprietario dell’eventuale accoglimento delle istanze della madre? Anzitutto, Margherita punta a rimettere in discussione la donazione dell’1,9%, equivalente a 1.965.611 euro effettuata da Marella a John il 24 febbraio 2003 (atto del notaio torinese Ettore Morone. Secondo la perizia, infatti, alla data del decesso della moglie di Gianni la quota aveva un valore decisamente superiore – 87.400.000 euro – quindi la donazione potrebbe essere oggetto di un’azione di riduzione o restituzione. Ma sono anche le cessioni successive – avvenute il 19 maggio 2004 – sempre da Marella ai tre fratelli (a John per un valore di 1.332.523 euro, agli altri due fratelli 20.600.000 ciascuno) a finire nel mirino. Infatti, qualora venisse provato che le quote non sono state effettivamente pagate e, quindi, come sospettano i pm si sia trattato di donazione simulata, questa verrebbe dichiarata nulla e le relative quote dovrebbero rientrare nell’asse ereditario. Sarebbero invece al riparo le altre transazioni, sia quelle dell’aprile 1996 quando l’allora giovane rampollo sottoscrive l’aumento di capitale della Dicembre con una quota del 2,5%, sia l’acquisto del 54,29% avvenuto il 26 giugno 2023: “Secondo la più recente giurisprudenza – spiega una fonte qualificata interpellata dallo Spiffero – i beni acquistati utilizzando i proventi di una donazione indiretta di denaro sono sottratti da ogni pretesa risarcitoria da parte di eventuali eredi legittimari lesi”. Resta sempre però sancito il diritto di chiedere l’equivalente monetario del bene. Insomma, John sarebbe costretto a mettere mano al portafoglio.

Riassumendo, qualora le iniziative giudiziarie di Margherita dovessero avere successo – e, sia detto en passant, le cose non si stanno mettendo bene per Elkann – la figlia dell’Avvocato diventerebbe proprietaria di una quota complessiva pari al 43,195 della Dicembre, per un controvalore di quasi due miliardi di euro. In più potrebbe reclamare l’equivalente in denaro di una quota parte di quella acquista dal figlio John utilizzando donazioni indirette. “Detta quota però potrà essere determinata solo una volta che sia definitivamente chiarita la consistenza dell’asse ereditario di Marella e conseguentemente determinato il valore della legittima a lei spettante”.

Una prospettiva da far tremare i polsini a Jaki che, pur mantenendo il 56,81% della Dicembre, oltre a dover fare i conti con una socia pesante e bellicosa, la madre, si troverebbe a doversi far carico dei due fratelli, a quel punto estromessi dalla società. E per quanto si vogliano un bene dell’anima i soldi sono sempre un incentivo alla rottura degli affetti.

Tutto ciò sul piano interno agli assetti della cassaforte, perché in realtà un simile sommovimento non potrebbe non avere ripercussioni su tutto il complesso di proprietà e partecipazioni. A partire da Stellantis, dove occorrerà verificare l’impatto di un eventuale put option (a favore o a carico della famiglia Peugeot) sulla quota detenuta da Exor a seguito della fusione Psa-Fca che ha portato alla nascita del gruppo automobilistico. Per inciso, in base all’attuale capitalizzazione di Stellantis detta quota vale circa 11,3 miliardi di euro.

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