VERSO IL CONGRESSO

Morgando sul carro di Renzi. Al fondo

Senza troppa fretta il segretario piemontese del Pd annuncia il proprio endorsement per il sindaco di Firenze, seppur condito da mille dubbi. Una scelta già anticipata da molti suoi attendenti. Ma avverte: "Non sono un convertito dell'ultima ora"

SIMUL STABUNT • Morgando e Bersani

“Io sto con Matteo Renzi”. All’indomani della chiusura dei congressi nei circoli del Piemonte e in piena bufera per la decisione di congelare l’esito delle assise di Asti e la brutta vicenda del segretario del circolo di Barriera di Milano dal passato penale non proprio lindo, il numero uno regionale del Pd Gianfranco Morgando annuncia il proprio endorsement al sindaco di Firenze. Anche lui, dopo essersi seduto per terra con Piero Fassino durante il comizio del rottamatore alla festa democratica, ora torna in piedi e si mette a spingere quel carro ogni giorno più affollato. Una presa di posizione a lungo sollecitata dai suoi e presa quando ormai colonnelli e attendenti avevano già intrapreso ognuno la propria strada.

 

L'annuncio è dato attraverso il portale dell’associazione “Per il domani” che riprende la propria attività dopo un paio di mesi di silenzio "per carità di patria", come dice il curatore del blog Alessandro Risso, testimoniando il malessere di una parte degli ex Popolari. «Dichiaro subito, per onestà intellettuale, che mi sento assai lontano da entrambe le candidature – afferma Morgando nel suo articolato intervento sul portale  -. Non appartengo né ai convertiti dell’ultima ora né a coloro che decidono in base alle logiche degli equilibri. Non mi va di entusiasmarmi per i miracoli del nuovo corso, o in alternativa di fare la sentinella cattolica nello schieramento di sinistra. Preferisco esercitare serenamente il diritto di discussione».  Sosterrà Renzi seppur tra mille dubbi e remore, dalle posizioni assunte sulla legge elettorale, «Cosa intende per sindaco d’Italia?», alla difesa strenua del bipolarismo: «Vuol dire che non ci interessa la maturazione di un nuovo soggetto politico “centrista”, in grado di mettere la parola fine al ventennio berlusconiano? Che non ci interessa un centrosinistra capace di allargarsi oltre i confini del Pd per dare vita a una stagione di governo finalmente duratura e coesa?». Ma tant’è. Il dado è tratto.

 

E poco importa se intanto i buoi sono quasi tutti usciti dal recinto, a partire dall’assessore di Palazzo Civico Stefano Lo Russo, ormai annoverato tra i lettiani, accolto sotto l’ala del sindaco Piero Fassino nelle cinta domestiche di Torino.  Ma anche tutto quel che rimaneva di quel poderoso esercito che lo elesse per la prima volta segretario regionale si è mosso in ordine sparso: l'ex parlamentare pinerolese Giorgio Merlo è passato con Gianni Cuperlo e ha sostenuto Aldo Corgiat al provinciale, Franco Ferrara, a Venaria, ha sostenuto il segretario uscente Alessandro Altamura, mentre Francesco Brizio a Ciriè a schierato i suoi con Fabrizio Morri, la sindachessa di Moncalieri, Roberta Meo, dopo aver a lungo tergiversato parrebbe aver dato una manina alla renziana Marina Valfrè, sconfitta alle elezioni di circolo, mentre Monica Canalis, pur sostenendo Morri, non sarebbe riuscita a portargli neanche un voto nella sua Cumiana. La fine di un impero.