PALAZZO LASCARIS

L'opposizione prepara la guerriglia

Dopo il voltafaccia della Lega sulla Commissione d'inchiesta Covid, le minoranze scatenano l'offensiva. Campo minato per il collegato alla finanziaria che contiene le contestate norme su caccia e cave. E dall'ordine del giorno sparisce (di nuovo) l'Autonomia

Diventa sempre più difficile e imbarazzante per la Lega cercare di giustificare l’impotenza della maggioranza di cui è azionista principale di fronte alla manifesta impossibilità di costituire la commissione sull’Autonomia, annunciata ancor prima che si insediasse la giunta presieduta da Alberto Cirio e indicata, allora, come primo obiettivo. Difficoltà e imbarazzi che nel gioco e con le regole della politica l’opposizione alimenta senza neppure dover spendere troppe energie. Anzi, ultimamente proprio la forza politica che non vede l’ora di sventolare la bandiera dell’Autonomia ha, nei fatti, facilitato ulteriormente la non difficile impresa delle minoranze.

Subordinare il via libera alla commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Coronavirus voluta dalle opposizioni al via libera sull’organismo incaricato di occuparsi dell’autonomia rafforzata e poi far saltare il banco, con un muro all’accertamento su quanto sia accaduto nei mesi appena trascorsi sul fronte sanitario, è stato l’ennesimo ostacolo frapposto su un percorso indicato come brevissimo fin dal giorno della vittoria elettorale del centrodestra.

Ulteriore immagine di quel cul de sac in cui la Lega si è infilata è l’ordine del giorno delle prossime tre sedute consecutive del consiglio regionale: dall’agenda dei lavori di Palazzo Lascaris, a partire da martedì, è sparito il punto sulla commissione Autonomia. L’ennesimo rinvio a non si sa quando, dei festeggiamenti leghisti, peraltro anticipati in maniera tanto rumorosa quanto in spregio alla scaramanzia lo scorso dicembre quando venne approvato il documento per imbastire la trattativa con il Governo, arrenatasi quasi prima di partire.

La guerriglia consiliare, dopo un’incerta tregua Covid, è ripresa con casse di munizioni ricolme di 1.300 emendamenti presentati al disegno di legge collegato alla Legge di Stabilità 2020 che contiene, tra le misure vole alla semplificazione, norme sulla caccia e sulle cave, un vero e proprio “omnibus”. Ostruzionismo a tutto spiano, senza sconti né scorciatoie. Questo è ciò che si annuncia per i tre giorni di sedute in remoto, anche se è facile immaginare che a un certo punto, magari già mercoledì, la maggioranza imporrà il contingentamento dei tempi.

Tanto è bastato, comunque, per sbianchettare la voce commissione Autonomia dall’ordine del giorno che, invece, contempla l’altra commissione, quella di inchiesta voluta dalle minoranza e che, dopo il via libera dato dal segretario regionale della Lega Riccardo Molinari in cambio della fine degli ostacoli sul vessillo autonomista, è stata affossata prima dalla Lega con le mosse del capogruppo Alberto Preioni e del presidente della commissione Sanità e suo compagno di partito Alessandro Stecco e poi con il pollice verso dello stesso governatore, interprete del niet del suo assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Quello che inizialmente era stato un autorevolissimo disco verde dato da Molinari alla richiesta delle minoranze – “Vogliamo la massima trasparenza. La chiediamo sulla gestione da parte del Governo dell’emergenza Coronavirus e non abbiamo assolutamente nulla in contrario che lo si faccia anche in Piemonte”, aveva detto aggiungendo la condizione che “potrebbe essere l’occasione anche per chiudere su un’altra commissione, quella sull’Autonomia. Varandole entrambe” – si è trasformato, con il voltafaccia dei giorni scorsi, in un binario morto per la commissione cui da tempo è pronto per la presidenza il consigliere leghista Riccardo Lanzo. E, forse, sussurrano certe malelingue del Carroccio, non spiace poi tanto al capogruppo poter rifilare un mezzo siluro a quella componente interna dei “novaresi” che mostra una crescente insofferenza verso Preioni e giunta (a partire dal governatore).