Fassino: Bersani non ha ancora vinto
14:16 Sabato 10 Novembre 2012 1Il monito del sindaco di Torino durante una riunione con Dario Franceschini. "Qualsiasi posizione destrutturante ha facile presa", ha detto riferendosi a Renzi e Grillo. In sala una sessantina di notabili annoiati, ma l'esercito resta a casa
«Guai a dare per scontato l’esito delle primarie». Forse demoralizzato da una platea rada e imbronciata, il sindaco di Torino Piero Fassino, si è preso l’onere di riproporre uno spettro che monopolizza i pensieri più tetri del notabilato democratico. Più che Beppe Grillo, Matteo Renzi: «Questa è la prima vera competizione aperta e in un panorama politico caratterizzato da una forte disaffezione verso i partiti, qualsiasi posizione destrutturante ha facile presa» ammette il sindaco durante un incontro dei comitati bersaniani con il capogruppo alla Camera Dario Franceschini. Ad ascoltarlo una sessantina di dirigenti e amministratori locali e nazionali, buona parte giunti al teatro Vittoria perché relatori. “Ce la siamo cantata e suonata tra noi” ha ammesso uno dei presenti.
L’iniziativa, organizzata da Area Democratica invitando tutti i comitati pro Bersani del capoluogo è stata un flop e forse per questo l’ex segretario dei Ds si è sentito di lanciare il proprio monito. Il voto delle primarie, ha concluso Fassino «ha una relazione strettissima con le elezioni che ci saranno per la guida del Paese ma quest'orientamento è tutt'altro che acquisito». E riferendosi questa volta al Movimento 5 Stelle ha concluso: «Non vorrei che si considerasse quanto successo a Parma solo un episodio di natura locale, il rischio, infatti, è di trovarsi in una situazione simile su scala nazionale». Parole che suonano come l’ultima fischio del capostazione prima che il treno riparta.
Tra i convenuti in sala anche il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e il suo assessore Carlo Chiama, esponente di spicco di Rifare l’Italia, Area Dem, la componente cui fanno riferimento proprio Fassino e Franceschini da quando il primo sostenne convintamente la candidatura del secondo alle primarie interne, era rappresentata dal coordinatore regionale Alessandro Altamura, dall’ex ministro Cesare Damiano, dal presidente del partito Andrea Giorgis, dalla deputata Anna Rossomando e dal gran visir fassiniano Giancarlo Quagliotti. Assente la segretaria provinciale del Pd Paola Bragantini, ne ha fatto le veci la fedelissima Nadia Conticelli, presidente della Circoscrizione VI, nominata a capo delle truppe bersaniane torinesi. E ancora, il capogruppo in Sala Rossa Stefano Lo Russo e il signore delle tessere Salvatore Gallo, la senatrice novarese Franca Biondelli e l’ex luogotenente socialista di Bettino Craxi, Giusy La Ganga. Insomma, i generali c’erano tutti, o quasi. Mancava solo l’esercito.